E così anche il 2012 si è portato via i corsi roccia della nostra Scuola. Quest’anno ci hanno pensato 24 allievi e 10 istruttori divisi fra corso di introduzione all’alpinismo (A1), di alpinismo (AR1) e di alpinismo avanzato (AR2) a rinnovare la tradizione che da più di 50 anni ci vede arrampicare su e giù per le Dolomiti Pesarine. Tutto sotto la direzione del solito gruppo di istruttori, quelli “storici”, e quelli nuovi, tutti a portare avanti il corso nella tradizione e nello stile voluto da Cirillo Floreanini, il fondatore della scuola.
Una scuola di tradizione la nostra, che prima di tutto si differenzia per essere una scuola di gente di montagna; ed un corso, quello del De Gasperi, unico in Italia per il fatto di essere residenziale. Otto giorni al Rifugio F.lli De Gasperi ad arrampicare assieme, a mangiare assieme, dormire assieme in camerata a “raccontarsela”, a condividere entusiasmi e timori per quella nuova via e per quel passaggio particolarmente impegnativo.
Le lezioni cominciano la mattina: alle 6.30 c’è la sveglia e poi via in parete per rientrare al primo pomeriggio; un pasto veloce e poi tutti pronti a fare nodi, piantare chiodi, arrampicare nelle falesie adiacenti al rifugio. La sera, dopo le arrampicate, nella saletta didattica c’è lezione; poi tempo per un aperitivo al bar prima della cena, quattro chiacchiere per raccontarsi la giornata e via a letto. L’indomani si esce in via: lo zaino, le corde, i chiodi, i martelli, i moschettoni, devono essere a posto!
Si perché per imparare ad arrampicare bisogna “arrampicare”. Così cerchiamo di uscire il più possibile in parete quando il meteo ce lo consente. Arrampicare in Pesarine, significa confrontarsi con pareti severe e poco “alla moda”: gli avvicinamenti lungo il sentiero “Malavoglia” sono lunghi e le vie hanno uno sviluppo notevole. Quest’anno, complice un meteo favorevole, i tre corsi hanno scalato davvero tanto su vie dal II al V grado. Dalla più facile torre Sappada, ai camini Helversen e Bonanni al Clàp Grant (la cima più alta del gruppo). Abbiamo salito il Cretòn di Culzei per la nuova via ferrata che supera la forca dell’alpino, ed ancora per la via della Spalla e della Spalla integrale per i più bravi; per il camino Gilberti, e per la stupenda via che supera la parete Est. Abbiamo salito la Pannocchia per l’aereo ed assolato spigolo Sud e fino alla cima per la via integrale. Ed ancora abbiamo salito la creta Livia affrontando il mitico salto che tanto timore ha sollevato a generazioni di allievi-alpinisti. Abbiamo anche fatto una puntatina nel gruppo della creta di Mimojas salendo la via Carlo e Camilla alle “tre lame”. Poi qualche via me la sarò dimenticata. Non me ne vogliano i Direttori dei corsi.
Intensa anche l’attività di palestra fra corde doppie da ripassare, caminoni da salire, soste da piantare, martellate sulle dita, risalite su corda fissa, manovre di autosoccorso, tecnica di ferrata, e poi prove dinamiche nella palestra attrezzata e tanto buonumore. Si, c’è tempo anche per ridere e divertirsi al De Gasperi, convinti che alpinismo sia anche questo.
E poi le lezioni teoriche: la catena di assicurazione, i materiali, la geologia, la flora e la fauna, il soccorso alpino, la storia del Club Alpino Italiano…. Non vorremmo che la montagna diventasse per noi un enorme parco divertimenti: crediamo che salire le montagne sia anche un modo per mantenere viva una parte della cultura montanara che purtroppo, almeno da noi, se ne sta andando, travolta da un modello di sviluppo che di lei si è completamente dimenticata.
Insomma, per concludere, otto giorni intensi, di fatica e di divertimento, anche di qualche lacrima per qualcuno, quando la tensione vince sulla razionalità. Ma poi tutto si risolve, ed anche quel passaggio maledetto è fatto.
In rifugio si sta bene. È la nostra casa. Ottima la cucina con dei cuochi d’eccezione, ed ottimo il servizio. Grazie alla gestione con i suoi consueti aperitivi in quota, quest’anno particolarmente speciali con “bollicine Franciacorta e baccalà”!
Ci vorrebbe una pagina per ringraziare tutti, ma si finirebbe per fare torto a qualcuno, perche ognuno di noi istruttori, allievi, gestori, cuochi, camerieri, segretari, merita un “grazie” per questa bella settimana che ogni anno si rinnova.
Sì, forse c’è un grazie che non deve mai mancare, ed è al fondatore della scuola e nostro maestro: grazie a Cirillo Floreanini.
Vi aspettiamo numerosi, il prossimo anno.
Giuseppe A.
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