Archivio mensile:Luglio 2021

Senza confini

Doc

Ciao Gianni, affido a queste righe il mio ultimo saluto. Lo voglio fare parlandoti in prima persona, come se fossi ancora qui con noi, direttamente, senza filtri, sincero e senza retorica.

Parlo a te, a nome mio, ma mi sento forte di poter rappresentare un pensiero molto più ampio, un pensiero che abbraccia tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti, tutti gli appassionati di arrampicata, tutti i componenti delle realtà che oggi ho la fortuna di rappresentare.

Lo faccio perché te lo meriti, lo faccio perché sarebbe la cosa più bella che potrebbero fare a me, lo faccio per cercare di dare sfogo alla rabbia che ho, che abbiamo, per la tua scomparsa.  

Avrei potuto parlarti prima, ma spesso accade di rendersi conto dell’immensita’ che lasciano le persone solo quando te le portano via.

Senza confini è la passione che hai per l’arrampicata, non trovo parole diverse, probabilmente sono le più aderenti alla realtà. La tua passione significa amore incondizionato a 360 gradi per questa disciplina: dal gesto tecnico, alla bibliografia, passando per i progetti, la diffusione delle informazioni, le foto, il saper raccontare, le nuove falesie, la spittatura, la pulizia, le critiche, la passione per la storia, la competenza medico/scientifica, la didattica che ci aiuti a fare, l’essere riuscito a individuare e coltivare i talenti. Non vedo un ambito non presidiato, anzi sì: non ti piacciono le competizioni indoor, le trovi sintetiche e diseducative, ma le rispetti e comprendi quando le stesse possano avvicinare i giovani alla disciplina e li aiutino nella fisicità della scalata. 

Un grande, grandissimo cuore all’interno del quale custodisci tutti gli attrezzi del mestiere, dal trapano alla penna stilo, con cui illustri i tiri delle falesie.

Parlo e voglio parlare della sola arrampicata anche se le altre attività che ami meriterebbero un capitolo a parte e aiutano a comprendere che la passione è rivolta alla montagna, al territorio, il nostro territorio nel quale con maestria hai saputo ricavare oltre 500 nuove linee. E ad ogni via, che di suo già rappresenta un regalo fatto a noi climbers, hai trovato un nome, nome che si porta dietro una storia, un’emozione, un pensiero.

 

Senza confini è inoltre la professionalità con cui operi. Già, perché tra attrezzare e attrezzare bene c’è un abisso. E su questo sei un mago: ho visto ricavare linee di eccezionale bellezza da posti discutibili, ho visto  tasselli spostati di qualche centimetro che miglioravano la sicurezza, in estrema sintesi: perfetto!

Senza confini è la tua dedizione: lo scalatore più costante, sei presente da sempre e sempre sei stato presente, non solo a scalare ma anche e soprattutto a chiodare. Vederti appeso con il tassellatore, spazzola e martello rappresenta ormai la norma. Sarei curioso di sapere quante ore/uomo hai dedicato a questa attività. Per toglierti dall’imbarazzo, che ti deriva dal non aver mai voluto vantarti di questo, vorrei rispondere io ma di fare tabelle e conteggi non mi sento, mi sento però di risponderti così: una dedizione senza confini….

Senza confini è la tua critica, mai taciuta, sempre attenta, puntuale e spesso pungente. Una critica che mi stimola a fare bene, a cercare l’estetica e la perfezione, il tuo parere è legge. Quando organizzo qualcosa penso sempre al tuo punto di vista, l’angolatura perfetta, il temere un possibile giudizio negativo mi spinge a dare il massimo.

Infine senza confini è l’equilibrio che la tua figura garantisce nel mondo dell’arrampicata in Alto Friuli, un equilibrio non scontato e non facile da mantenere, tanti climbers ognuno con la sua testa e un territorio piccolo con numerose falesie da curare e sviluppare. Il tuo ruolo in questo microcosmo, severo ma giusto.

Ora, solo ora che sto per terminare questo mio saluto mi sento pronto a farlo: augurarti un buon ultimo tiro, che possa essere quello che cercavi, duro e appagante allo stesso momento, un viaggio esteticamente perfetto, con le protezioni giuste, carico di storia, che trasmetta le ansie giuste, la paura buona, che ti permetta di salire con l’eleganza che ti ha sempre contraddistinto. Sali sino a terminare la corda che non serve più ora. Sali, divertiti, goditela.

Ti chiedo un’unica, ultima cosa… ogni tanto girati, guarda giù e mandaci un tuo consiglio, sarà gradito, sarà prezioso. Mandi e grazie DOC

FEDERICO ADDARI

Dirett. SCUOLA DI ALPINISMO CIRILLO FLOREANINI CAI DI TOLMEZZO

Pres. A.S.D. CHIODO FISSO