Uscita finale del corso in Valle Aurina. Qualcuno decide di partire il venerdì per guadagnare una salita, siamo in tre che presto diventano 11 -1 imprevisto +2 al mattino presto =12! In effetti l’occasione è da cogliere: tempo stupendo, nevicata recente, pericolo 2. La gita consigliata dall’esperto locale è cima della neve 8-900m di dislivello, 2,5 ore. Alla sera, la carta dice che son 1300m con 5 km di piano, impossibile per il corso dato che all’una arriva il resto della truppa e si deve salire 600 m per il Rifugio Roma! Allora si partirà per Cima di Riva 3030 m con dietro front alle 11: programma poi mantenuto, a parte qualche istruttore furbacchione che non ha rinunciato alla cima (ehm…c’ero anch’io…ma diamo la colpa a Sergio).
La discesa ufficiale è lungo un’altra vallata, noi scendiamo invece l’itinerario di salita, meno favorevole ma non vi è sceso nessuno e ci toccano pendii di neve soffice un po’ pesantina ma praticamente vergini! Uscita di gran soddisfazione, e i tratti di mulattiera nel bosco sono allenamento per domani…infatti la salita al Rifugio ha un tratto ostico nel bosco ripido. A Riva poi arriva anche il gruppo delle uscite sezionali, guidato da Auro e, addirittura dal Belgio espresso par avion, l’ineffabile “Barbier” alias Adrien! Preparato il piano di rotta, dopo abbondanti birre bistecche e pastasciutte, e un incontro inaspettato con due allievi del corso SA1-2005 (giovani scialpinisti crescono!), ci si infila sotto quintali di coperte nel freddo lager all’ultimo piano.
La domenica mantiene le promesse, tempo stupendo ma tanto freddo che si parte col piumino; due gruppi seguono la traccia principale mentre altri due, nell’ultimo sussulto della didattica-cai, si batton la traccia seguendo il piano di rotta con bussola e cartina. Ci troviamo praticamente tutti insieme in cima al M. Magro 3273 m! Si dovrebbe fare una foto di gruppo ma il vento è forte, gelido, e a malapena si riesce a fumare una cicca. Discesa con moltissime tracce…ma il ghiacciaio è vasto, basta spostarsi a lato per trovare spazi intonsi e lanciarsi su una stupenda polvere, veloce quanto serve su queste pendenze basse!
Il rifugio arriva troppo presto, ma ora è caldo e ci si consola con una birra al sole, fiduciosi nel canalino suggerito dai gestori per evitare la discesa sulla mulattiera. La realtà è diversa, cioè un autentico grebano con erba, sassi, radici: larici e cirmoli sono ancora attoniti per le gentili imprecazioni degli allievi (acciderbolina, mannaggia, perdindirindina, accipicchia: tutto approvato dalla censura di Ned Flanders). Sarebbe finita qui se il direttore Emilio, nella sorpresa generale, non avesse promesso un’uscita aggiuntiva in Dolomiti. E così si spiega la raffica di perturbazioni in arrivo: “Tra oggi, giovedì e mercoledì prossimo, l’Italia sarà attraversata da ben 6 piovose perturbazioni atlantiche, tanto che in tale periodo verranno totalizzati 75-100 mm…”
correggo un piccolo errore: la salita del primo giorno è il Triangolo di Riva, non la Cima. Mandi!