Ciao Walter

IL NOME DI WALTER BONATTI È LEGATO INDISSOLUBILMENTE AL NOME DEL FONDATORE DELLA NOSTRA SCUOLA. ENTRAMBI HANNO PRESO PARTE ALLA SPEDIZIONE CHE NEL 1954 SALÌ PER LA PRIMA VOLTA IL  K2.

“Con Walter Bonatti se ne va un interprete fondamentale dell’alpinismo, un fuoriclasse che il mondo ci invidia”. Così il presidente generale del Club Alpino Italiano, Umberto Martini, commenta la scomparsa di Walter Bonatti, avvenuta la scorsa notte a Roma. Alle parole di Martini si aggiunge il ricordo di Annibale Salsa, già presidente generale del CAI, che aveva fortemente sostenuto il lavoro di ricerca dell’Associazione sulla verità storica della conquista del K2.

Il grande alpinista, giornalista e scrittore Walter Bonatti, leggenda dell’alpinismo italiano, è morto improvvisamente a Roma, per una malattia. Lo riferisce in una nota l’editore Baldini Castoldi Dalai. La salma sarà trasportata a Lecco dove sabato e domenica verrà allestita la camera ardente.

Nato a Bergamo il 22 giugno 1930, Walter Bonatti è stato uno dei più grandi alpinisti a livello nazionale e internazionale, firmando alcune delle più audaci e complesse ascensioni tra gli anni ’50 e ’60. Inoltre è stato un apprezzato esploratore e autore di reportage sulle sue imprese in tutto il mondo. Iniziò a scalare sulle Prealpi lombarde subito dopo la guerra per poi cimentarsi sulle Dolomiti e sul Monte bianco. Nel 1951 compì la prima grande impresa: la prima scalata della parete est del Grand Capucin sul Monte Bianco.Seguirono altre ascensioni di assoluto valore nella stessa zona. Nel 1954 fece parte della spedizione italiana che conquistò il K2: per anni fu al centro di polemiche per il ruolo ricoperto durante la scalata, nella quale fu costretto a bivaccare a oltre 8.000 metri di quota e si salvò miracolosamente.

Dopo un lungo caso giudiziario, sia i tribunali sia lo stesso CAI riconobbero la sua versione come l’unica vera. Negli anni seguenti compì altre imprese sul Monte Bianco (pilastro sud-ovest del Petit Dru, la Poire, il Pilone centrale del freney) prima di chiudere la carriera con la prima scalata invernale in solitaria del Cervino nel 1965.

Successivamente si dedicò alle attività di esploratore e reporter. Bonatti era stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce, Ordine al Merito della Repubblica Italiana e di Ufficiale della Legion d’onore francese.

Nel 2010 nominato Cittadino Onorario del Monte Bianco. Walter Bonatti era “cittadino onorario” del Monte Bianco. Il riconoscimento gli era stato assegnato il 31 luglio del 2010, sulla terrazza di punta Helbronner, a 3.462 metri di quota, dai sindaci di Courmayeur e Chamonix. “Non pensavo che il Monte Bianco potesse ancora regalarmi delle emozioni così grandi”, disse nell’occasione con la voce rotta dall’emozione. “È l’uomo che più di tutti ha rappresentato i valori dell’alpinismo e della montagna” – avevano commentato i sindaci Fabrizia Derriard e Eric Fournier – “oltre ad essere un simbolo della montagna che unisce. È figlio del Monte Bianco come nessun altro”. Sempre sul Monte Bianco Bonatti aveva ricevuto nel 2009 il Piolet d’Or alla carriera, il più prestigioso premio dell’alpinismo internazionale. “È un riferimento nell’universo della montagna, un alpinista ma anche un esploratore, un reporter”, si leggeva nelle motivazioni, “un mito ma soprattutto un uomo la cui storia e il cui stile di vita rappresentano e testimoniano in modo emblematico quei valori che sono alla base della manifestazione’.

Bonatti visse a lungo a Courmayeur, dove compì alcune delle sue più grandi imprese. Si stabilì ai piedi del Monte Bianco nel 1957 e vi restò fino all’inizio degli ’60.

Fonte: “la voce del Nordest”.

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