A ben guardare alla meteo ed alle condizioni di innevamento, veniva quasi voglia di programmare altro, domenica: ma la fortuna aiuta gli audaci, e si sa. Il Direttore decide per una gita in Solvenia, destinazione Kotovo Sedlo, al cospetto del “cristallo” dello Jalovec.
Il rituale prevede ritrovo e caffè al “Carnia” e poi la carovana si dirige verso il valico di Fusine destinazione Planiza. Sotto un cielo bigio (ma nemmeno troppo), prova ARTVA e poi sci ai piedi ci si dirige verso il rifugio Tamar. La strada è lunga per cui c’è tempo per ripassare “topo” (dove siamo? Cosa è quella montagna? Cosa ci sarà dietro? Dove sta il nord?…pioverà al pomeriggio?).
Al Tamar lo spettacolo del canalone dello Jalovec è di quelli che non si dimenticano. E poi, ecco li lo spigolo Nordest dove Emilio Comici ha ben pensato di aprirci una via. Cominciamo a salire prima lentamente, poi su pendenza più accentuata fino a quota 1750 circa dove deviando verso ovest puntiamo verso Kotovo Sedlo.
A quota 2000 qualcuno “getta la spugna”: meglio tenere le energie per godersi la discesa, che ci richiederà un certo impegno di “gamba”.
Finalmente raggiugiamo la meta: di fronte a noi, la mole del Mangart; poi il Triglav! Insomma siamo nel mezzo delle Giulie che ci accolgono fra di loro.
Ed ora?? Beh, si serrano attacchi e scarponi e giù! Neve un po’ pesante ma si fa sciare, eccome se si fa sciare!
Il programma del corso prevede profilo stratigrafico e blocco di slittamento (che non slitta nemmeno con Celso che ci salta sopra). Il maestro è di quelli d’eccezione: Mario DG, che terrà una lezione magistrale e di cui lo ringraziamo ancora.
Al Tamar si festeggia: la birra scorre sui racconti di una giornata di quelle che non si dimenticano. Grazie allora agli allievi, grazie agli istruttori, al Direttore per aver indovinato la gita ed all’OSMER per aver sbagliato le previsioni.
Prossima settimana si va in Svizzera…
Giuseppe A.